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Viaggio Oltretomba 9

Racconto di fantasia in Italiano frammischiato con un po' di napoletano. Scritto in versi rimati da Vittorio Gambardella. Come Dante per la Divina Commedia, così io, fatte le dovute distanze, sono stato in Paradiso ricevuto da San Procolo, protettore di Pozzuoli. (Il paese della Sophia Loren.) S'incontrano eroi, personaggi storici, gente importante, e soprattutto Santi, e si scherza con loro, giocando sui nomi e svelando alcune curiosità.

sabato 29 novembre 2008

Viaggio oltretomba

In questo capitolo incontriamo: I Carbonari, Santa Marina, San Luigi Maria Grignon De Monfort, Santa Marcellina, Sant'Ambrogio, Sant'Alfonso Maria dei Liguori.

Capitolo - IX -


- Uscii e fuori alla stazione,
c'erano tutti i cartelli con gli arrivi e le partenze; del biglietto
il costo, e dei giovanotti un poco sciancatelli ad ogni pontone,
che cercavano di trovare un viaggiatore. Mi rivolsi ad uno col berretto:

- “Giovanotto, voi che linea fate?” - Io faccio la linea dell'Oriente Espresso
India, Pechino. - E per l'Italia? - Chiedete all'ufficio informazioni!
- Buon giorno dica! - Vorrei fare un viaggio che mi porti con successo
da dove son venuto! - Destinazione? - Italia! - Forza senza esitazioni

continui, mi dica anche la città o il paese! - Napoli… Pozzuoli!
- E' un po' difficile trovare uno disposto a fare questo viaggio;
dicono che in questa città, la popolazione è fatta da mariuoli;
che non ci sono parcheggi, e quindi se lo trova vuole doppio ingaggio!

- E' inconcepibile, pretendere lo stesso prezzo di Gabriele? - Dicono
che basta un poco di distrazione e subito esce qualcuno che li spenna!
- Ma mi faccia il piacere! mò rubano pure le scelle; a cosa servono?
- Perchè non lo sapete che i Napoletani vanno a caccia a pili e penna?

- Non ci credo! Che se ne fanno di queste quattro penne vecchie?
- Le smerciano agli incroci un tanto l'una; altre con l'occhiello,
le vendono come penne di Pavone, alle altre il nero di seppie
ci mettono dentro e le vendono ai pittori ad acquerello…

IL PUEBLO...UNIDO...CAMASERA' IL NEMICO; IL PUEBLO...UNIDO...
- Uhè ragazzino, dove l'hai sentita questa canzone?
- Nascosto in quel boschetto, in una baracca piena d'umido,
c'è un signore che la canta e la insegna a ogni guaglione

ch’è fuggito da là dentro e vuole combattere ogni padrone che
sfrutta gli operai. Ha la barba e fuma dei sigari che non finiscono mai.
- Io lo conosco: si chiama Che Guevara: detto familiarmente: " Il CHE"!
Che fortuna incontrare il nostro comandante: Dopo mi porterai?

- Siertamente senor: asta la vista!...- Scusate siete un trasportatore?
- Certo signore.- Se salgo dove mi portate? - Alaska signore!
- Ma per andare a Napoli cosa devo fare? - Ci sono dei contrabbandieri
che ogni tanto vanno a fare rifornimento a Napoli, e proprio ieri

hanno fatto un viaggio: Napoli è la loro base d'arrivo e di partenza!
- Bene, e quando li trovo a questi? - La partenza non ha orario;
quando fanno il pieno partono. - Come fanno il pieno? - Pieno d'utenza
intendevo e non di carburante! A volte fanno pure straordinario,

ed hanno Angeli coi rimorchi! - Sono sicuri? Uno si può fidare?
- Bò! - Ma che i viaggiatori sono arrivati a casa si è sentito magari?
o fanno come quelli che trasportano gli extracomunitari,
che ad un certo punto gli danno un calcio e li buttano in mare?

- Bòoh! Questa informazione non la so, ma anche se la sapessi
non ve la potrei dare! - Perché c'è qualche controindicazione?
- Nessun veto, ma noi ci cachiamo sotto; con quei quattro cessi:
basta una svista, e dall'informazione passi alla formazione.

- Ti mandano a fare un corso? - No! Ti mandano in corsia
a metterti a posto le ossa rotte. - Perché, voi avete ancora le ossa?
- Si dice così per dire, è un eufemismo, è fantasmasia…
Levatemi una curiosità: ma voi siete di famiglia bianca o rossa?

- Mi avete preso per Indiano o per un vino? - Dicevo: "Forza o Ulivo? "
- Se non vi spiace: sono un libero, ma quando voto son di Bertinotto!
- Bravo! Non è vero che andrai all'inferno e sarai sempre un fuggitivo!
Sono i preti, che pensano ai fatti loro, e vi rompono il pasticciotto!

In teoria poi, dovrebbero fare/dire le stesse cose; la stessa predica:
"Togliere al ricco per dare al povero."- Avete letto Robin Hood? Vede;
lei ha preambolato bene: "in teoria" ha detto, ma in pratica
succede tutto al contrario! "Giocano sulla buona fede di chi ha fede!

Sull'ignoranza degli ignoranti; sulla miseria dei miserabili soli;
e sulle disgrazie dei disgraziati!" "Predicano bene e razzolano male!"
- Sta seguendo questi giorni il caso del Cardinale Giordano di Napoli?
- Mi è stato impossibile; nel luogo in cui mi trovo non c'è giornale.

Mi ragguagli! - Dicono, i magistrati, che dava soldi a usura,
e che muoveva i miliardi della Curia, meglio delle foglie, il vento.
- Mi dispiace solo perché è un meridionale e ci fa fare brutta figura;
ed anche perché succhia il sangue della gente che vive a stento…

- Vittoriooo, Vittoriooo, sono San Procolo: perché ci metti tempoo;
hai trovatoo? Oppure ci sono difficoltà e vuoi un mio interventoo?
- San Prò, non vi preoccupate, io non dormo ca zizza ‘mmocca! E' tempo
suppongo, di tornare indietro: Ho interpellato, dieci, venti, cento

di trasportatori, ma non ho trovato nessuno confacente!
- Ma che ci sta la fuorii: un ufficio di collocamentooo?
(Nientechemmeno ha interpellato dieci, venti, cento.)
Ioo ti ho mandatoo a cercaree soltanto "Un" conducentee!

- Guagliù fuite chistu mappina e na spia, e fore stanno i santi;
chijate e scelle e facimme finta e stà pe cazzi nuosti.
Cu chist ca’ fore cia' verimme ropp’! - Signori; come siete malpensanti,
é solo San Procolo di fuori! - Ah è O' Puzzulano? Turnate i post’ vuosti!

San Procolo è amico nostro: a verità non ci ha dato mai fastidio!
A volte pretende un poco troppo, ma poi troviamo sempre l'accordo.
- Ma perché pure da qua pretende il pizzo? - Sento uno scampanellio…
- Chi è? - Sono San Procoloo, ho un sordiglino all'orecchio: qualche balordo

mica sta’ sparlandoo di mee? - Prò, sono Aladinoo, e cosa abbiamo da dire
sulla tua persona? Nientee; solo cose buone! - Meno male m'è passato.
Vittorioo ma vuoi uscire da lì dentroo? - Esco San Prò, eccomi "Sire"
- Adesso mi vuoi sfottere; perché hai questa faccia da 'nzauccato?

- San Prò avete visto chella guagliona che belle perzechelle gonfiate
che teneva? - Le pesche se si toccano più del dovuto, si ammatontano!
- Allora sulla terra le ragazze dovrebbero essere tutte "ammatuntate? "
- Questo non lo so, son cose che appartengono a un tempo assai lontano!

Adesso hai cagnato fuoglio, e m'hai purtato a fa' o guardone?
- San Prò, vuje nun o vuttate l'uocchie, quando passa Lucia o Rosalia?
- No! Avessa perdere ‘a vista ‘e l'uocchie! - Voi sapete che Santa Lucia
fu denunziata d'essere cristiana e fu condannata alla prostituzione,

e che non è vero che gli furono cavati gli occhi?
- Santa Lucia ci è stata presentata: "Come Vergine e Martire!"
Tu invece adesso gira e rigira e mi impapocchi…
E su Santa Rosalia fammi sentire quello che hai da dire?

- Niente, solo supposizioni. Era il XII secolo, e una carina
e nobile giovanetta si ritirò "da sola" in penitenza
sul Monte Pellegrino. - Non capisco questa tua reminiscenza
all'improvviso! - San Prò, Giovane, Carina, “sola sul Monte”, pellegrina,

Siciliana...in mezzo a Siciliani: Cosa vi dice la vostra reminiscenza?
- Mi dice che come al solito sei un zozzo malpensante,
e d'ora in avanti, quando parli, mettici pure un poco di coscienza.
Sparlare della gente, te lo voglio anche concedere: ma delle Sante

è proprio una indecenza! - San Prò, io non sto dicendo niente
di strano; la mia è storia, solo che: "mi azzuppo un po' di pane!"
A volte esagero un poco per scherzare, per far ridere chi mi sente...
- Ma chi ti sente? Neanche i tuoi figli vogliono sentirti! (Che strane

creature: stanno senza soldi e non l'ascoltano neanche a pagamento)
peggio di quei poeti che abbiamo incontrato prima… E fanno bene!
Perché da quanto ho inteso, tu stai rivoltando il nostro ordinamento;
scrivendo solo scemenze. - Ebbravo Procolino! Attento alle vene

che ti scoppiano! Guardati; ti sei fatto rosso come un peperone.
("Hai capito che teneva astipato rint’ ‘a chella capa ‘a gnommora? )
San Prò, chiamate a San Ciro e misuratevi i battiti e la pressione:
"Non voglio andarmene con un morto sulla coscienza!" - Sciò Sciò fora

cu chesta malauria. Vo fa che sto' a secoli ca ‘ncoppa, arriva un imbrattamuri
e me fa piglià na’ scippacentrella? - Prego, imbrattatele... Nun tenesse a che fa’
‘e meglio ‘e v'arricittà? - Io so solo che tu butti le seccie e colpisci meglio dei siluri
americani, e anche se mi reputi superstizioso: mi faccio una grattata proprio qua.

- A parte che siete stupido e superstizioso e che avete di paglia la coda,
ma siete anche un vecchio zozzo, e da questo momento niente più effusioni
se prima non vi siete lavato le mani con liscivia e soda!
- Che esagerazione! Non tengo più neanche li coglioni!

- Che grattate allora? - Che devo grattare; mi è rimasto un tic: la mano mi sfugge
e va lì senza saperlo. - Questa volta non ci sono scusanti, vi siete alterato!
Se non ci credete, tornate indietro poche righe e vedete San Procolo come rugge!
- Torna indietro tu di poche righe e vedi a San Procolo come lo hai chiamato!

- Allora che facciamo? facciamo di nuovo quella storia del mignoletto?
- Forse conviene a entrambi. “Pace fatta.” Dimmi un poco; ma tutto quel tempo
con Aladino, (e gli altri cento): hai combinato il viaggetto?
- Ma che volete combinare; il viaggio per Napoli era nel frattempo

partito ed erano rimasti soltanto chi andava in Alaska e chi in Cina.
- E non erano buoni? - San Prò Alaska, Cina; site jute ca capa ‘nterra?
- Visto che non vai mai da nessuna parte, ed hai passato la sessantina
pensavo che tu avresti approfittato per farti un bel giro della terra?

- In ottanta giorni? - In quanti ne vuoi tu: nelle ore finali non ci sono più limiti.
- Con i soldi di chi? - I tuoi! - I tuoi e tutt... toja! - Guarda che sto avendo doppia
pazienza e non so chi me la dà! Tu da me che cazzo vuoi? Stai uscendo fuori i limiti
consentiti. T'ho dato cacchio, zizza e noglia e sei scontento: il troppo, stroppia!

- San Prò, è vero che noi Napoletani siamo fraccomodi e siamo un tutto:
di "vizi e pidocchi"; ma voi volevate farmi fare un viaggio in coppia,
in groppa ad un Angelo spennato, solo perché volete risparmiare dappertutto
per farvi un po' di soldi sulla mia testa; Ma il troppo, stroppia:

ve lo dico io a voi questa volta! Prenotatemi con Gabriele e togliamo
questo bordello da mezzo; e ricordatevi che io devo essere portato
a Pozzuoli, in via Caio Vestorio N° 15. Non mi accontento se arriviamo
nemmeno nel palazzo affianco! - Guarda che stai facendo troppo il disgraziato

e basterebbe, per farti avascià ‘e scelle, ch’io alzassi soltanto questa mano
e tu... - E io che cosa? Sarei morto? Perché è vita quella che faccio io?
Uno campa perché il mondo è largo; e se si scoccia il povero cristiano,
e arma la mano, ha paura di...- Fermati, non continuare che fai peccato a Dio!

- San Prò ormai, uno più, uno meno, è la stessa cosa. Uno se la deve
prendere questa pelle: Voi, o i vermi; e Voi vi mettete allo stesso livello?
Facciamo pace, però questa volta vi offro una birra fredda come la neve!
(mi sono scocciato con questo mignoletto: sempre lo stesso libello.)

- Una birra? e dove la trovi qua sopra una birra? - Venite con me
e non vi preoccupate, ho visto uno che le vendeva dietro la traversa.
Mentre arriviamo vi faccio una domanda: secondo voi uno si opprime,
per venire qua sopra; rifiuta l'occasione d’oro, anche se perversa;

ma voi come accoglienza siete zero. Cosa offrite? niente di niente!
E come pensate di attrarre questi clienti? - Adesso vogliamo iniziare
tutta questa cantilena daccapo? Neanche io che sono più che paziente
ce la faccio più ad ascoltarti. Non ho mai desiderato tanto riposare!…

- Don Alfonso ci portate due birre fresche? - Va bene se ne stappo tre
e mi siedo anche io insieme a voi? - Va benissimo ed è mio il piacere d’ospitare.
- Uh mannaggia mammeta! La mazzarella di San Giuseppe vuoi sfruculiare?
- Uhè... lavatevi la bocca prima di nominare mia madre, e non andate oltre!

- Questo è un Santo, un dottore della chiesa e tu lo tratti da oste?
- Allora ammettete che la chiesa è infetta? - Ma non dire stronzate!
- Allora perché ha ventinove o trenta Dottori? - Meritano risposte
queste domande? Come faccio a spiegare a uno che dice solo minchiate;

i concetti, i precetti i... aiutami Alfonso e non ridere per favore!
- Vorrei, ma mi diverto a sentirvi: mi sembrate usciti a far ciancia
da quelle commedie Napoletane, dove c'era uno visitato da un dottore:
Il dottore: "hai male alla pancia? " e il malato: "Vuole la mancia? "

Capiva fischi per fiaschi e quindi rispondeva a vanvera. - Hai capito?
- Io? ma che ne so io dei fatti vostri; io so soltanto che son passato
e ho letto fuori alla porta LIQUORI e l'ho preso per un bar adibito
alla vendita di queste cose. - Questo signore che ride a perdifiato;

è Santo Alfonso Maria dei Liguori, (con la g) e Liguori è il suo cognome
e non il suo mestiere! - Io come facevo a saperlo; mica sono Merlino?
San Prò, so soltanto che ho chiesto due birre, e le teneva: e come!
- A proposito Alfonso, come te le sei procurate? - Ogni tanto Aladino

mi fa rifornimento. Abito così vicino all'uscita d'emergenza;
e ad ogni viaggio Aladino mi pensa, senza che glielo ricordo
e senza ricompensa. - Però chiudete un occhio su arrivo e partenza?
- In verità ne chiudo due: Quello è un amico; però è anche un balordo.

- Sant Alfò complimenti per la canzoncina di Natale che avete scritto.
- Quale delle tante? - "Tu scendi dalle stelle...al freddo e al gelo."
- Quella? ti è piaciuta? - Si, molto: però non ho capito come ha fatto
Gesù (che stava nella pancia della mamma) a scendere dal celo.

- Ti è piaciuta la canzoncina? e lascia stare le tue manie perniciose.
Perché tu quando ascolti le canzoni inglesi capisci le parole?
- No, non capisco niente; ma ci sono certe che sono proprio deliziose.
- Allora ascoltala, e gustatela, cercando di capire ciò che l’artista vuole…

- San Prò, vedo un capannello di gente vestita di nero: è un circolo?
- Sono i Carbonari. - Buon giorno signori, Io sono Vittorio, l’amico di Luigi.
- Luigi chi? - Luigi Postiglione. - Non conosciamo nessun Luigi
con questo cognome. Che azioni ha fatto? ha scritto qualche articolo

sulla carboneria? se l’è vista nera? - Di più la moglie, quando
camminava nuda sopra uno specchio. Come azione: “Pisciava sui carboni!”
- Ma mi faccia il piacere, vada a fare in culo. Questo ci sta burlando;
ci ha preso per dei carbonai ed ha detto che noi pisciamo sui carboni.

Lo fai; o sei scemo veramente? - Veramente mi sono confuso,
per colpa di questo… San Procolo; mi ha detto: “ecco i carbonai!”
Ma io come facevo a sapere che i carbonari non vendono carbone sfuso?
- No, lo vendiamo all’ingrosso… E’ meglio per te, se te ne vai!

Conosci la giovane Italia? - Perché anche voi la conoscete?
Ma come la conoscete: bene bene o così così? - Benissimo; perché?
- No; perché a me ha fatto un piacere, (capisci a me) senza monete,
però mi ha giurato ch’era la prima volta e che conosceva solo a me.

- Sto parlando della Giovane Italia; ma che piacere d’Egitto?
- Uh! fino e laggiù siete andati a sbattere; noi abbiamo fatto tutto
stesso a Pozzuoli, sopra San Pasquale! - Tu hai il cervello fritto;
invece della materia grigia, il tuo cervello è pieno di strutto!

- Con chi stai litigando adesso? - San Prò, questo scemo di polentone,
si è offeso perchè l’ho preso per un carbonaio e gli ho chiesto notizia
del mio amico Luigi ch’era un loro collega: “Vendeva il carbone.”
- Hanno ragioni da vendere, per arrabbiarsi: Questi volevano giustizia;

lottavano contro il potere che li opprimeva… - Chi siete voi che andate
in giro con questo pericolo senza museruola? - Sono San Procolo: comandate?
- Al suo amico gli dia una calmata: correte il rischio di non arrivare
dove dovete andare. - Scusi l’impertinenza… - San Prò ma che scusare?

voi invece di prenderlo a calci in culo, lo rispondete e vi scusate pure?
Ma che razza di santo siete? Avete un poco di sangue nelle vene?
Uno stronzo di polentone ci minaccia e voi non lo sputate in faccia neppure?
- La smetti di fare il pagliaccio: questi non scherzano: andiamocene!

- San Prò come al solito ci mettiamo la coda in mezzo alle cosce
e ce ne andiamo. - Ma quando capisci che qui siamo in Paradiso
e non è tollerata la violenza? - Però tolleriamo che si riconosce
che questi devono stare qui?… Ho capito: si sono pentiti di aver ucciso!

- Adesso vorresti pure sindacare il Creatore e stabilire dove devono stare
le persone? - San Prò non pretendo di arrivare a tanto; ma è palese
che quella persona, a cui piace la gente educata molestare;
ha occupato un posto che potrebbe essere dato a qualcuno più cortese.

- E naturalmente la persona quieta ed educata sei tu o sbaglio?
- San Prò non vi morsicate la lingua, dite e non vi fate venire il dolore di mola.
Voi pensate che sono sempre io che sfotto: è vero? Avete preso un abbaglio,
se la pensate a questo modo. - Uèh, ma a sai purtà bona a briscola.

Parli meglio ‘e na’ paglietta ‘e tribunale. Pare nu gatto: comme ‘o vutto, ‘o vutto
care sempre che ‘e quattro piede ‘nnterra. Tu stesso mi hai detto che lo hai
chiamato carbonaio? - Ed è un’offesa che giustifica quel farabutto?
- Non tutto; ma una parola mancante e ci togliamo da mezzo ai guai.

- Buon giorno Procolo; come ti mena? - Bene grazie, e a te Marina?
e il giovanotto che dice? è ubbidiente? - Io lo sto a sentire a papà!
- Bravo! comportati sempre così! - San Prò scusate, voi stamattina
date i numeri: Non sapete più distinguere la fava dalla rapa? Che ambiguità!

E’ vero che vi siete scordato “tutto”, ma neanche il sesso
di una persona sapete più riconoscere? - Vittorio: Sei un fesso!
La persona che vedi, è vero ch’è donna, ma all’anagrafe a volte perdono le staffe,
ed è stata registrata come il papà di questo ragazzo. - Si prendono queste gaffe?

- Non è una gaffa; adesso ti racconto io di persona come è andata.
Amavo mio padre; e quando questi rimase vedovo, si ritirò in un convento.
Io lo segui travestendomi da maschio e facendomi frate in pari data.
Un giorno accompagnai dei frati lontano, e dovemmo fare un pernottamento.

Proprio quella notte la figlia del locandiere si fece sedurre da un soldato.
Poi, accortasi di essere rimasta incinta dette la colpa a me. Io non mi discolpai
e alla nascita del bambino il suo mantenimento mi sono anche accollato.
- Scusate santa Marina; ma io non mi raccapezzo. Voi donna mai e poi mai

avreste dovuto accettare il marchio di stupratore? Nel vostro caso
che ci voleva a dimostrare l’innocenza? bastava che davanti al giudice
vi alzavate un po’ la veste e gli chiedevate: “Come ho fatto? Dov’è il coso? ”
- Così facendo sono diventata maschio a tutti gli effetti, ed ero anche felice

di avere un figlio, che altrimenti non avrei mai avuto! Se scoprivano ch’ero
donna avrei perso il posto e avrei fatto pagare anche a mio padre le spese!
- Tuo padre cosa diceva di questa situazione? - Lui di me era fiero!
- Tu eri Libanese e a quanto ne so io, le Libanesi sono “chiappe e ‘mpese!”

Sembra una giustificazione troppo stupida per essere vera.
Secondo me Santa Marina, qualche mattina voi siete stata scoperta nuda
sotto la doccia, e qualche monaco ne ha approfittato. - Uno sta qua è spera
di stare quieta; perché oltretutto per questo mi hanno fatto santa… Giuda!

- Non te la prendere Marina; questo non crede mai a nessuno!
Per lui tutti quanti dicono bugie! Già, io poi mi meraviglio:
quello non crede neanche al Padreterno! A volte è scemo e inopportuno,
e ti cala certe domande sulla testa che puzzano di eretico da un miglio!…

- S. Prò, sai che da noi per onorare i Santi hanno dato i loro nomi a paesi e strade?
- Davvero? e a me quanti me lo hanno dato? - Nessuno, neppure le contrade.
- Da come hai iniziato sembrava volessi farmi piacere e invece come al solito
fai lo stronzo. - San Prò, in Polonia c’è un fiume lungo 450 Km ed è insolito

che si chiami solo San. Quando ritorno giù vedrò se riesco a farlo chiamare Procolo.
- Tieni questa potenza che vai a comandare pure nelle terre straniere? - Il popolo
Polacco, si è sganciato dall’orbita sovietica e cerca un posto nella Europa nostra,
e credo che in quell’occasione accetterà pure un compromesso per far bella mostra?…

- Scusate l’impertinenza, ma volevo pregarvi di una cortesia.
Se non vi è di fastidio; ho preparato un poco di manifestini
da distribuire sulla terra. - A quale scopo? - Lo so è una eresia,
ma mi devo pur difendere in qualche modo dai miei coinquilini?

Nessuno mi prega e la commissione vuole togliermi dal calendario!
- Come vi chiamate? - Sono San Luigi Maria Grignion de Montfort: a servirla
signore. - Per forza nessuno vi prega; ci vuole un intero abbecedario
per scrivere e mandare a memoria il vostro nome: Si fa più presto a dirla

la preghiera, che dire il vostro nome per intero. - Non v’è rimedio?
- Certo! Mettetevi un nome d’arte e scrivetevi da solo la preghiera.
Noi sulla terra abbiamo sempre fretta! - Mi è stato detto da Dio
in persona, che la vita sulla terra non è la vita vera;

serve soltanto per la pool position, per le qualificazioni:
come le Ferrari… Poi non sono capace di scrivere preghiere!
- Adesso ci penso io a te, così non avrai più preoccupazioni.
Un’accorciatina al nome e lo rendiamo più facile a tenere

a mente. Se ti piace che ti battezzo…Uhé…ecco la preghiera e la rettifica.
“Santo Uhè prega per mè!” - Ma in questo modo non pregano per me;
ma io, devo pregare per loro? - Allora basta un’altra piccola modifica:
e dimmi se ti piace questa preghiera: “Santo Uhè io prego per te;

ma tu non ti scordare di me!” - Mi piace moltissimo, grazie.
Adesso vado subito a rifare i manifestini. Aspettami non te ne andare!
- Fino che trovo il mezzo adatto dovrò fare mille peripezie;
mica è così semplice di Sabato, trovare uno che voglia volare?

Partono per il week-end. E noi San Prò, ci mettiamo ad aspettare?
- Veramente io ho ricevuto un invito a pranzo da Marcellina.
- Ah… San Prò, che nustalgia mi viene sule se annuminate Margellina:
“Tene sulo nu poco e mare, ma chiù luntano sta’ chiù bella pare!”

San Prò e chi è che vi ha invitato: Bassolino? - Ma quale Bassolino
e Margellina; io l’invito l’ho ricevuto da Santa Marcellina:
la sorella di Sant’Ambrogio! - Poi dite che non è vero ch’è un casino!
“Due santi in famiglia e dite che Ambrogio non ci ha messo la manina? ”

Mi meraviglio di voi: “Un Meridionale che se la tira con un Tedesco!”
- E chi sarebbe questo tedesco? - Sant’Ambrogio: E’ nato a Treviri:
lo stesso paese di Carlo Marx; “Il comunista” - Io con la sorella esco?
Poi che c’entra; allora Gesù è nato a Nazareth è un extr… Ma tu viri

a chist a cosa si va appigliando? - Per quale giorno v’invitò?
- Domenica mattina. - Allora San Prò pagate pure un supplemento
extra e fatemi partire; poi sulla mia parola vi rimborserò.
Metterò i soldi nella cassetta delle elemosine; e in un momento

mi toglierò il debito. - E tu pensi che il vescovo Sorrentino,
oppure l’ultimo arrivato, (mi sembra Paduin) con il Cardinale Giordano
me li facciano arrivare? (E’ così affamato di denari per il nipotino? )
- Allora che faccio? Intralcio i vostri piani se non mi date una mano?

- L’invitato può invitare, e allora ti porto con me! - San Prò ma com’è
questa Santa Marcellina? - Non incominciare già da adesso a fare
domande che presumono, che preludono sempre a situazioni osè?
Te lo vuoi ficcare in testa che qui non si fa niente? - Mi dovete scusare:

”sapevo che la legge di gravità non perdona e col tempo tira tutto quanto giù!”
- Ma quale su e giù vai trovando? Scostumato non ti permettere più!
Lo sai tu che Marcellina è nata attorno al 330? - Allora San Procolo
va bene per voi; andateci da solo; io starò per strada col binocolo

con la speranza di incontrare e parlare con altre persone.
- Come non l’incontri? Tu ti fermi a parlare pure con uno scarrafone!
- San Prò vi raccomando: non vi abboffate come un porco…
che poi, se vi capita l’occasione, non ce la fate a fare lo sporco!


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